“Più preoccupante ancora: al di sopra di un certo livello, la ricchezza ereditata cresce altrettanto velocemente (ed esplode) come le sorti degli imprenditori.

Tra il 1990 e il 2010 la fortuna di Bill Gates è aumentata da 4 a 50
miliardi di dollari e quella di Liliane Bettencourt da 2 a 25 miliardi di euro. In entrambi i casi, che corrispondono a un tasso di crescita medio annuo di oltre il 13 per cento (un reale ritorno dell’ordine del 10 all’ 11 per cento all’anno, dopo aver sottratto l’inflazione). Questo esempio estremo rivela un fenomeno più generale. Per i comuni mortali, il rendimento reale sulla ricchezza non supera il 3
o 4 per cento, tanto meno per aziende molto piccole (il Livret A, il popolare conto di risparmio francese, attualmente restituisce il 2,25 per cento, meno dello
0,5 per cento al di sopra dell’inflazione). Ma le più grandi fortune, che possono permettersi di affrontare più rischi e pagare dei gestori patrimoniali, ottengono un rendimento medio annuo piu’ alto, dal 7 all’ 8 percento, e fino al 10 percento per le più grandi fortune – indipendentemente da qualsiasi opera potessero fare i loro proprietari, o qualunque particolare talento o merito potessero possedere. In sostanza, i ricchi diventano più ricchi, punto e basta.”

[…]

“In termini concreti, una nuova camera di bilancio della zona euro, composta da deputati dei comitati di finanza e degli affari sociali dei parlamenti nazionali,
deciderebbe a maggioranza sulla quantità di debito pubblico che il Tesoro europeo potrebbe emettere ogni anno, dopo un dibattito pubblico e democratico e sulla base di proposte di un ministro delle Finanze europeo che risponde a tale camera. Ma ciascun parlamento nazionale rimarrebbe completamente libero per quanto riguarda il livello complessivo delle tasse e la spesa, e naturalmente, sulla loro distribuzione. Concretamente, se si decide su un deficit europeo del 3 per cento del PIL, in nessun modo cio’ impedisce ad un paese di avere il 50 per cento del PIL della spesa e il 47 per cento delle imposte, mentre un altro ha il 40 per cento e il 37 per cento. Tale sistema richiederebbe un nuovo trattato tra i paesi che vogliono progredire, ma si puo’ ipotizzare che sarebbe possibile, se solo ci fosse la volontà politica – soprattutto a livello della Francia.
Speriamo che il dibattito sul federalismo europeo, infine, si svolga nei mesi a venire”.

Un pensiero su “Thomas Piketty: “Chronicles: On Our Troubled Times”

  1. A lot of thanks for every one of your hard work on this web page. My mom delights in managing investigations and it’s easy to understand why. Most of us hear all relating to the compelling way you convey worthwhile thoughts through this web blog and even invigorate response from people on the theme so our favorite girl is undoubtedly becoming educated so much. Enjoy the remaining portion of the new year. You’re the one carrying out a glorious job.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Protected by WP Anti Spam