Questo è un estratto da quello che penso sia il documento più importante:  “Se c’è qualcosa che merita una ricompensa, è il contributo sociale. La creatività può essere un contributo sociale, ma solo nella misura in cui la società è libera di utilizzarne i risultati.

La richiesta di denaro agli utenti di un programma limitandone l’uso è distruttiva, perché le restrizioni riducono la quantita’ e le modalità d’ uso del programma. Cio’ riduce la quantità di ricchezza che l’umanità ricava dal programma”.
Questo scriveva Richard Stallman in “The GNU Manifesto”, che ha lanciato il movimento per il software gratuito nel 1985. Stallman era infastidito non solo da Microsoft, ma dal tentativo da parte di produttori di computer professionali molto più potenti di ‘possedere’ un sistema operativo rivale chiamato Unix. Il suo piano era quello di scrivere una versione gratuita di Unix, chiamata GNU, distribuirla gratuitamente, e invitare gli appassionati a collaborare a migliorarla – a condizione che nessuno potesse possederla o fare i soldi con essa. Questi principi sono diventati noti come ‘Open Source’.
Nel 1991 GNU aveva incorporato Linux – una versione di Unix per PC sviluppata da centinaia di programmatori che lavorano in collaborazione, a titolo gratuito, e concesso in licenza in base al contratto legale originale che Stallman aveva progettato. Nel 2014 forse il 10 per cento di tutti i computer aziendali sono basati su sistema Linux. I dieci supercomputer più veloci al mondo sono basati su Linux. Ancora più importante, gli strumenti standard per la gestione di un sito web – dal sistema operativo del web server al database al linguaggio di programmazione – sono Open Source. Firefox, un browser open source, ricopre attualmente circa il 24 per cento del mercato globale dei browser. Un incredibile 70 per cento di tutti gli smartphone funzionano su Android, anch’esso tecnicamente Open Source. Questo è in parte dovuto ad una strategia palese di Samsung e Google che utilizzano software Open Source per minare il monopolio di Apple e mantenere la propria posizione di mercato, ma cio’ non toglie che lo smartphone piu’ diffuso sul pianeta gira su software che nessuno può possedere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Protected by WP Anti Spam