Terminata la Guerra fredda, via via che il welfare state veniva messo sempre più in discussione dall’egemonia neoliberista, l’Ue si è rivelata essere una carcassa finanziaria vuota, nella quale la decisione di introdurre una moneta unica senza politiche fiscali e sociali comuni rappresentava un suicidio al rallentatore.
L’unica via d’uscita all’implosione dell’Unione europea consiste nel cancellare il malinteso storico per cui nella costruzione di un progetto politico continentale era il mercato ad avere la priorita’. Solo i contromovimenti democratizzanti della periferia del Sud dell’Europa sono in grado di promuovere un progetto del genere. Rispetto ai partiti politici tradizionali, questi contromovimenti mirano a un empowerment popolare che metta fine alla dittatura dei mercati. E a differenza dei programmi identitari o neoprotezionisti, come la Brexit, hanno bisogno di un ambito di sovranità allargato che permetta loro di sfidare con successo le élite economiche globali, sfuggite al controllo degli stati nazionali. Inoltre una demercificazione su scala europea potrebbe comportare una forte sfida all’ordine neoliberista globale.

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