L’esperienza dei Paesi più lontani come Singapore, Mauritius, Cina e Costa Rica suggerisce che, laddove esiste un ambiente positivo, gli IDE scorreranno e contribuiranno a una crescita sostenuta. Ma chi vorrebbe investire i propri soldi in stati dominati dagli aiuti, dove è facile per chiunque requisire la proprietà, sia con la forza che attraverso la corruzione?
Proprio come non funziona gettare denaro in aiuti nei paesi poveri, cosi’ semplicemente aumentare l’investimento non è la chiave per la crescita economica. Solo quando il capitale viene destinato ai suoi usi più produttivi, un’economia ne beneficerà e questo può accadere solo quando i governi sono dotati di incentivi per rispettare e sostenere quelle industrie che possono contribuire ad un potenziale a lungo termine del paese. La cerimonia del taglio del nastro rosso per lanciare la più recente strada, ponte o porto è facile. La parte difficile è assicurare la longevità delle infrastrutture, che può essere raggiunta soltanto se l’economia sta crescendo (i pedaggi sulle strade a pedaggio hanno senso solo se le persone possono pagarli e possono farlo solo se l’economia è in movimento).
Poiché non tutti i paesi africani sono uguali – alcuni hanno meno risorse naturali rispetto ad altri, o meno opportunità di investimento – gli importi per gli IDE variano da confine a confine. Per questi paesi, meno favoriti dalla natura, ci sarebbe da seguire un altro percorso per finanziare lo sviluppo.

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