Se si presume che le leggi sulla cittadinanza per diritto di nascita siano destinate a servire come ausilio per il futuro coinvolgimento nel paese, allora l’uso di ius soli e ius sanguinis includerà quelli che non hanno legami sostanziali, escludendo tanti che hanno tali legami. Ciò conduce ad una situazione in cui coloro che rimangono al di fuori della definizione ascrizionale, nonostante la condivisione nella propria società ed economia, si vedono negare la sicurezza e la dignità fondamentali associate all’appartenenza. Ma non è necessariamente questo il caso. La mancata istituzione di un nesso tra diritto e dovere può essere affrontata riducendo il peso del diritto di nascita nell’allocazione dei titoli di cittadinanza e adottando invece un nuovo criterio di adesione, ius nexi. Qui la base per l’assegnazione della cittadinanza non è né ius soli (nascita nel territorio) né ius sanguinis (discesa da un genitore membro), ma piuttosto una connessione più fondata che deriva dal partecipare alla comunità associata limitata. Questo approccio sottolinea il significato dell’attuale appartenenza o il fatto sociale di attaccamento oltre ogni privilegio di diritto ereditario.

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