Richard Wilkinson: “The Spirit Level”

Richard Wilkinson: “The Spirit Level”

Piuttosto che aspettare semplicemente che il governo faccia qualcosa per noi, dobbiamo iniziare ad occuparcene personalmente subito nelle nostre vite e nelle istituzioni della nostra società. Ciò di cui abbiamo bisogno non è una grande rivoluzione ma un flusso continuo di piccoli cambiamenti in una direzione coerente. E per darci la migliore possibilità di fare la trasformazione necessaria della società, dobbiamo ricordare che l’obiettivo è quello di creare una società più socievole, il che significa evitare i disagi e la dislocazione che aumentano l’insicurezza e la paura e spesso finiscono in una reazione disastrosa. L’obiettivo è aumentare il senso di sicurezza delle persone e ridurre la paura; far sentire a tutti che una società più equa non solo ha spazio per loro ma anche che offre una vita più appagante di quanto sia possibile in una società dominata dalla gerarchia e dalla disuguaglianza.

Dani Rodrik: “The Globalization Paradox”

Dani Rodrik: “The Globalization Paradox”

Le nuove forme di governo globale sono intriganti e meritano ulteriore sviluppo, ma in ultima analisi si scontrano con alcuni limiti fondamentali: le identità e gli attaccamenti politici ruotano ancora intorno agli stati nazionali; Le comunità politiche sono organizzate a livello nazionale anziché a livello globale; Norme veramente globali sono emerse solo in una stretta gamma di questioni; E vi sono differenze sostanziali in tutto il mondo sugli accordi istituzionali auspicabili. Questi nuovi meccanismi transnazionali possono sbarazzarsi di alcune questioni controverse, ma non sostituiscono il governo reale. Sono insufficienti a sostenere una vasta globalizzazione economica. Dobbiamo accettare la realtà di un mondo diviso e fare alcune scelte difficili. Dobbiamo essere espliciti su dove finiscono i diritti e le responsabilità di una nazione e cominciano quelli di un’altra. Non possiamo sfidare il ruolo degli stati nazionali e continuare sull’assunto che stiamo assistendo alla nascita di una comunità politica globale. Dobbiamo riconoscere e accettare le restrizioni alla globalizzazione che una divisione politica comporta. Il campo di applicazione di una regolamentazione globale attuabile limita l’ambito della globalizzazione desiderabile. Non possiamo raggiungere l’iperglobalizzazione, e non dobbiamo fingere di poterlo fare.