La deregolamentazione come programma per la crescita ha il considerevole vantaggio politico che nessuno può seriamente aspettarsi che faccia miracoli a breve termine – e che, se i miracoli non si verificano anche a lungo termine, si può sempre argomentare che, in modo tutt’altro che perfetto, non ne era stata applicata abbastanza. Nel frattempo, per calmare il paziente mentre viene somministrata la medicina amara, la democrazia deve essere sospesa il più possibile, ad esempio con l’installazione di “governi di esperti”.

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La coalizione che vuole mantenere l’euro include naturalmente “i mercati”, nella misura in cui hanno investito in essa e vogliono essere sicuri che i loro prestiti denominati in euro saranno rimborsati per intero. Tuttavia, potrebbero anche fare soldi da un collasso della valuta comune, se dovessero adeguarsi nel tempo e, così facendo, accelerare l’eliminazione delle monete nazionali, a favore di una moneta comune, idealmente per l’intero mercato comune, come era nella logica della svolta neoliberista volta a liberare l’economia dall’invasione politica; è stato il vero coronamento del progetto del mercato unico. Un’economia politica stilizzata della coalizione pro-euro che fino ad oggi ha sceneggiato le politiche di crisi europee inizia con le industrie di esportazione dei paesi in eccedenza – soprattutto quelli della Germania, che in questo aspetto è in completo accordo con i sindacati che organizzano i loro lavoratori. Per loro, l’euro garantisce che le misure protettive dei governi stranieri non possano rendere i loro beni artificialmente più costosi in altri paesi europei. Un ulteriore motivo per cui difendono l’euro è che nell’attuale crisi i problemi economici dei paesi deficitari riducono il tasso di cambio dell’euro rispetto alle altre valute, migliorando così le opportunità di mercato per la sezione competitiva dell’industria europea al di fuori dell’Europa. In Germania, quindi, né la Democrazia Cristiana, il partito vicino all’industria, né il partito Socialdemocratico, che è vicino ai sindacati, mettono in dubbio la politica di aderire all’euro a qualsiasi prezzo, sia considerandolo come una pietra angolare dell’interesse nazionale che il più importante terreno comune della politica nazionale tedesca.

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