Minsky ha abbracciato la teoria generale di Keynes, ma ha perseguito lo sviluppo di quella teoria tenendo conto dei fatti istituzionali rilevanti dei nostri tempi. Ha sviluppato una teoria del capitalismo finanziario moderno che ci permette di capire i suoi difetti e ci aiuta a cercare di riformarlo. Come ha sempre sostenuto, la teoria deve essere istituzionalmente specifica, e la sua teoria riguardava l’economia moderna, sviluppata, capitalista, con attrezzature capitali longeve e costose. Questa economia è complessa, non lineare e dipendente dal tempo; sperimenta periodi di instabilità dovuti alle sue dinamiche interne piuttosto che a causa di shock esterni. Mentre le istituzioni appropriate possono limitare l’instabilità, non possono sconfiggerle. La stabilità è destabilizzante.

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Penso che Minsky continuerebbe a sostenere che è meglio intraprendere un’espansione fiscale, e destinare la spesa pubblica alla creazione di posti di lavoro e al rialzo degli stipendi più bassi. In ogni caso, vediamo che sia Lerner che Minsky hanno abbandonato una semplice interpretazione della finanza funzionale. Il rifiuto di Lerner è andato oltre quello di Minsky, mentre abbracciava una versione del monetarismo che attribuisce la responsabilità della politica macroeconomica alle mani della banca centrale. Minsky, invece, è rimasto fedele all’idea che è responsabilità della politica fiscale assicurare un’adeguata domanda aggregata e perseguire la piena occupazione. Tuttavia, ha raccomandato una spesa mirata e una politica per limitare i prezzi e la stabilità finanziaria. È vero che la sua raccomandazione è molto più vaga di quella di Lerner e ha più parti mobili. Ciò riflette, penso, la sua opinione che il sistema capitalista moderno è altamente complesso, non lineare e dinamico, così che i responsabili delle politiche devono avere molta meno fiducia nella loro capacità di controllarlo. Come lui ha sempre ammesso, la sua visione dell’instabilità finanziaria è in definitiva pessimista. È chiaro dalla lettera di Lerner e dalla sua recensione di John Maynard Keynes che non condivideva questo punto di vista. Tuttavia, i 40 anni successivi al loro scambio sembrano confermare l’opinione di Minsky secondo cui il capitalismo è fondamentalmente imperfetto.

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