Certamente, un capitalismo basato sui diritti dei consumatori e sui lavoratori limitati non è necessariamente da preferire a quello in cui la capacità sfrenata di consumare è vincolata da una maggiore protezione per coloro che forniscono beni e servizi a disposizione per il consumo. Gli americani, in media, possono ancora godere di un livello più elevato di consumo personale rispetto alla maggioranza degli europei occidentali, per esempio, ma hanno anche una settimana lavorativa più lunga di quanto non sia comune in Europa occidentale: i lavoratori americani a tempo pieno attualmente hanno una media 47 ore di lavoro a settimana, contro 36 in Svezia (Gallup, 2014, CNN, 2013) e certamente consumano un numero molto maggiore di tranquillanti pro capite. Questa correlazione tra il consumo, il lavoro e le droghe può essere coincidente e non causale, ma la sua esistenza ci ricorda che tutti noi impersoniamo molti ruoli sociali. Non siamo solo consumatori; e la felicità individuale è il prodotto di tutta la persona, non solo del consumatore. Come possiamo altrimenti spiegare i punteggi di “soddisfazione della vita” che sono alti in società come il Ghana e la Nigeria quanto in Irlanda, Regno Unito, Svezia e Stati Uniti?

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