Nel ventunesimo secolo, la teoria della cospirazione de “La Grande Sostituzione” è al centro di gran parte della retorica anti-immigrazione della destra radicale populista – e, sempre più, della destra tradizionale.
Resa popolare dagli scrittori francesi Jean Raspail e Renaud Camus, ma basandosi su una tradizione antisemita e razzista risalente alla fine del XIX secolo, la tesi sostiene che “l’Occidente” è invaso da un’ondata di immigrazione non occidentale. I politici populisti di destra radicale credono che l’immigrazione di massa non sia guidata dalla povertà nei paesi in via di sviluppo, ma organizzata da politici progressisti nei paesi sviluppati, che odiano la propria nazione o cercano di compensare il loro elettorato perduto – che in parte è andato alla destra radicale populista – “importando” nuovi elettori. Negli ultimi anni, fortemente spinto dal premier ungherese Viktor Orbán, il filosofo ebreo miliardario ungherese statunitense George Soros è stato visto come il genio malvagio dietro questa cospirazione, che riflette una versione moderna del famigerato classico antisemita The Protocols of the Elders of Sion.

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