Balkan Region Report 2019

La rete di monitoraggio della violenza di frontiera ha osservato i respingimenti di 128 persone a dicembre, portando il totale registrato di espulsioni collettive nel 2019 a 3251 persone. Il lavoro di monitoraggio ha identificato la violenza costante che è proseguita fino a dicembre, insieme ad approfondimenti sulle tendenze specifiche delle condizioni invernali sulla rotta dei Balcani. I casi riguardavano respingimenti dalla Croazia alla Bosnia-Erzegovina e dalla Grecia alla Turchia.
Oltre a una ripartizione delle statistiche dell’anno civile, questo aggiornamento mensile esamina diversi incidenti che offrono una visione particolare della situazione alle frontiere esterne dell’Unione europea. L’analisi di un altro grave attacco di cani ha fatto luce sull’uso di unità canine in Croazia e sulla complicità di Frontex con i suoi recenti programmi di addestramento. Inoltre, la negazione potenzialmente fatale dell’assistenza medica di emergenza all’interno dei respingimenti è stata rafforzata da un caso in cui un anziano palestinese è stato lasciato incustodito per cinque minuti fuori da una stazione di polizia. Accanto a questo arrivano le prove dei testimoni oculari di un respingimento osservato vicino a urur Potok, in Croazia. Dall’altra parte della rotta dei Balcani, il clima più freddo ha costretto le persone a utilizzare opzioni di trasporto alternative, spesso più pericolose. Sono stati segnalati numerosi decessi dal confine tra Serbia e Croazia; un uomo ucciso da linee elettriche aeree su un treno e due persone annegate dopo che una barca si è capovolta sul Danubio, insieme a una famiglia di sei persone ancora disperse. La polizia croata ha concentrato i controlli sui veicoli privati e pubblici, con il 50% dei respingimenti diretti dalla Croazia che coinvolgono località di trasporto. Gli aggiornamenti includono anche un riassunto della situazione nella regione greca di Evros, lo sfratto del campo di Vucjak in Bosnia-Erzegovina, il respingimento di due uomini nigeriani dalla Croazia nonostante i visti validi e un aumento dei movimenti nella Serbia settentrionale.

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