La sovranità monetaria è la chiave per comprendere la MMT. I governi hanno bisogno di un alto grado di sovranità monetaria per esercitare l’autonomia politica, ovvero per essere in grado di gestire le proprie politiche fiscali e monetarie senza timore di dolorosi contraccolpi da parte dei mercati finanziari o dei cambi. Molti paesi possiedono, ma non sfruttano appieno, la loro sovranità monetaria. Oltre agli Stati Uniti, paesi come il Regno Unito, il Giappone, il Canada e l’Australia (solo per citarne alcuni) godono di un alto grado di sovranità monetaria. In generale, i paesi che soddisfano questo insieme di criteri avranno una maggiore sovranità monetaria e, quindi, una maggiore autonomia politica quando si tratta di gestire i propri destini economici. Non hanno bisogno di tormentarsi per i disavanzi pubblici o commerciali e sono liberi di concentrare la loro agenda di politica interna sul raggiungimento di obiettivi macroeconomici come la piena occupazione e la stabilità dei prezzi. Non tutti i governi godono di tale flessibilità politica.

Alcune nazioni hanno indebolito la loro sovranità monetaria, sia fissando i loro tassi di cambio (ad esempio, Bermuda, Venezuela, Niger), abbandonando le loro valute nazionali (ad esempio, tutti i diciannove paesi della zona euro, Ecuador, Panama), o prendendo in prestito pesantemente in dollari USA o altre valute estere (ad es. Ucraina, Argentina, Turchia, Brasile). Fare una di queste cose compromette la sovranità monetaria di una nazione e diminuisce la sua flessibilità politica.

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