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“Rimuovere le cause della miseria” vuol dire rimuovere questo sistema economico che genera disuguaglianze crescenti, che distrugge sempre di più l’ambiente, che ha bisogno di crescenti masse di disoccupati/inoccupati al margine.

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L’utopia non è l’irrealizzabile ma l’irrealizzato.
Jerome Monod

E’ interessante partire dalla ciambella di Kate Raworth per la nostra riflessione.

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Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di garantire ad ogni essere vivente uno spazio equo e sicuro. Per farlo, per quanto riguarda il limite interno, i principali mezzi che abbiamo a disposizione sono la libera circolazione delle persone e il reddito di base (incondizionato, universale, individuale, non ritirabile, non sostitutivo al welfare). Per quanto riguarda il limite esterno bisogna pensare una nuova struttura istituzionale dedicata all’ambiente, con la capacità di superare le sovranità statali su temi che coinvolgono l’ambiente a livello globale.

Giustamente il Movimento della Decrescita riconosce che la sostenibilità ambientale si può raggiungere solo congiuntamente alla giustizia sociale.

Per questo Decrescita significa: “Prosperare senza Crescita”.

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Per reddito di base riportiamo la definizione che dà il Basic Income Earth Network (BIEN):

Periodico: E’ erogato ad intervalli regolari (per esempio ogni mese), non come “una tantum”.

Pagamento in contanti: e’ erogato in un appropriato mezzo di scambio, per permettere a chi lo riceve di decidere come spenderlo. Non è, pertanto, pagato in beni (come generi alimentari o servizi) o in buoni dedicati ad un uso specifico.

Individuale: E’ erogato su base individuale e non, per esempio, alle famiglie.

Universale: E’ erogato a tutti, senza distinzione di reddito.

Incondizionato: E’ erogato senza requisiti legati al lavoro o alla ricerca di lavoro.

Art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo

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Per la libertà di circolazione delle persone ci rifacciamo all’Art.13 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo:

1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.

oggi stiamo assistendo a due narrazioni tossiche correlate, una rispetto alla austerità e l’altra rispetto all’ immigrazione.

Mentre il cambio climatico è globale, le sue soluzioni sono compresse dai confini degli stati e limitate dalla proprietà privata. I confini degli stati non solo comprimono le persone, ma impediscono una soluzione ai cambi climatici.

La violenza ambientale dei confini richiede regolamenti globali che limitino le attività che producono danni e incorporano i loro costi reali. Per rendere possibile ciò, dobbiamo ripensare all’idea che gli stati abbiano il diritto esclusivo di prendere decisioni ambientali nei loro territori. L’ambiente non rispetta i confini e nemmeno dovrebbero farlo gli sforzi degli umani per usare e proteggere la terra. La struttura e lo scopo delle Nazioni Unite rendono difficile raggiungere questo obiettivo attraverso l’infrastruttura istituzionale internazionale esistente. Tuttavia, è anche difficile immaginare come un accordo globale – che richiede almeno due parti – possa essere raggiunto senza la partecipazione di Stati e Nazioni Unite. Forse è necessario creare una nuova infrastruttura istituzionale dedicata all’ambiente che abbia la capacità di prevalere sulla sovranità dello stato su questioni che riguardano l’ambiente globale.

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Dovremmo dare soldi a tutti: a tutti i residenti, incondizionatamente.
La stessa cifra per ogni adulto in età lavorativa, la stessa cifra per ogni persona più vecchia, e la stessa quantità per ogni bambino. L’adulto più ricco in età lavorativa
nel paese riceverebbe lo stesso denaro del più povero. La persona anziana più ricca riceverebbe lo stesso denaro di quella più povera. Qualunque somma chiunque
guadagni o risparmi, e qualunque sia il proprio regime familiare, questo reddito di cittadinanza non verrebbe mai portato via o ridotto. Sarebbe sempre lì: una roccia sulla quale costruire. È un’idea straordinariamente semplice, con il potenziale per rendere la nostra economia e il nostro mercato del lavoro più efficienti, per incoraggiare la formazione e l’impresa, per consentire alle persone di beneficiare finanziariamente del loro lavoro, per rendere la nostra società più coesa, ridurre povertà e disuguaglianza e liberare le persone dall’intrusione burocratica.

Completare l’integrazione dello stato sociale a livello europeo non è sostenibile
politicamente, e gli stati sociali a livello nazionale non sono più sostenibili dal punto di vista economico, quindi ciò di cui potremmo aver bisogno è una struttura di sostegno europea composta da un reddito di cittadinanza, per integrare gli schemi nazionali. Un reddito di cittadinanza europeo potrebbe iniziare con un
beneficio universale per i figli, poi una pensione universale europea, e infine il reddito di cittadinanza per gli adulti in età lavorativa. Un reddito di cittadinanza europeo sarebbe facile da amministrare, potrebbe essere finanziato da una tassa europea sul carbone, si fonderebbe bene con qualunque schema nazionale i governi desiderassero conservare o inventare, e nel complesso ciò potrebbe fornire il tipo di trasferimenti finanziari tra stati nazionali nell’euro zona per consentire all’Euro di sopravvivere. Un reddito di cittadinanza globale fornirebbe in generale trasferimenti simili tra le nazioni di tutto il mondo, e così potrebbe fornire le basi per lo sviluppo nei paesi più poveri e quindi rendere la migrazione economica meno necessaria.

Il reddito di base a cui tutti dovrebbero avere diritto non dovrebbe essere pagato in denaro per scopi generali perché ciò ci farebbe semplicemente acquistare i prodotti del lavoro meno pagato e dei territori più degradati. Dovrebbe essere pagato in una valuta speciale, complementare che può essere utilizzata solo per acquistare prodotti e servizi realizzati entro un raggio specificato dal punto di acquisto. Questa non è moneta locale nel senso di valute geograficamente limitate, ma un’unica valuta nazionale – emessa dallo stato – che è solo per uso locale.

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