“Il premio per l’amnesia va alla Germania, con la Francia a un meritato secondo posto.Nel 1945 i due paesi avevano debiti pubblici superiori al 200 per cento del PIL.

Nel 1950, il debito era sceso a meno del 30 per cento. Che cosa è successo – abbiamo improvvisamente prodotto avanzi di bilancio tali da ripagare un tale debito? Ovviamente no: e’ stato a causa dell’inflazione e ripudio, puri e semplici, che la Germania e la Francia si sono sbarazzate del loro debito nel secolo precedente. se avessero pazientemente cercato di perseguire eccedenze dell’ 1 o 2 per cento del PIL ogni anno, oggi ci sarebbe ancora il debito e sarebbe stato molto più difficile per i governi del dopoguerra investire nella crescita. Eppure dal 2010-11, quei due paesi hanno spiegato all’Europa meridionale che i loro debiti pubblici dovranno essere rimborsati fino all’ultimo euro. Si tratta di un miope egoismo, poiche’ il nuovo trattato fiscale adottato nel 2012 sotto pressione della Germania e della Francia, che prevede l’austerity in Europa (con una riduzione del deficit eccessivamente rapida e un sistema di sanzioni automatiche totalmente inefficace),  ha portato a una recessione generalizzata nella zona euro. Nel frattempo, le economie di tutto il mondo hanno iniziato il recupero, sia negli Stati Uniti che nei paesi dell’UE al di fuori della zona euro. Tra queste due nazioni, il premio per l’ipocrisia, senza rivali, va ai leader francesi, che passano il tempo dando la colpa di ogni errore alla Germania, anche se la responsabilità va chiaramente condivisa. Non sarebbe stato possibile adottare il nuovo trattato fiscale, negoziato dall’ultimo governo e ratificato da quello nuovo,  senza la Francia, che, come la Germania, ha fatto una scelta egoista nei confronti dell’Europa meridionale: Dal momento che paghiamo un tasso di interesse molto basso, perché condividere questo privilegio? In verità, una moneta unica non può funzionare con diciotto debiti pubblici diversi e diciotto diversi tassi di interesse su cui i mercati finanziari possono liberamente speculare. Occorrono massicci investimenti nella formazione, nell’innovazione e nelle tecnologie verdi. Stiamo facendo esattamente il contrario: in questo momento, l’Italia destina quasi il 6 per cento del Pil per pagare gli interessi sul suo debito e investe appena l’1 per cento del PIL in tutte le sue università”.

[…]

“Con un sistema del genere, avremmo avuto meno austerità, maggiore crescita,
e avremmo ridotto la disoccupazione. Questo nuovo sistema di governo democratico avrebbe anche reso possibile fare proposte per mutualizzare i debiti pubblici sopra il 60 per cento del PIL (al fine di condividere lo stesso tasso di interesse e prevenire future crisi), e istituire un’imposta unificata sulle società dell’ Eurozona (l’unico modo per porre fine al dumping fiscale)”.

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“La cosa più assurda è che i debiti europei del 2015 sono per la maggior parte dei debiti interni, come lo erano quelli del 1945. Le holding incrociate tra i paesi hanno certamente raggiunto livelli senza precedenti: le banche francesi sono in possesso di una quota dei debiti tedeschi e italiani, le istituzioni finanziarie tedesche e  italiane  possiedono una buona parte dei debiti della Francia, e cosi’ via. Ma se noi consideriamo la zona euro nel suo complesso, possediamo i nostri stessi debiti. Di più: le attività finanziarie in nostro possesso al di fuori della zona euro sono maggiori di quelle detenute nella zona euro da parte del resto del mondo. Invece di ripagare il debito a noi stessi per decenni, tutto quello che dobbiamo fare è organizzare le cose in modo diverso. “

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