Di pari passo con questa centralizzazione, ossia con l’espropriazione di molti capitalisti da parte di pochi, si sviluppa… l’implicazione di tutti i popoli nella rete di un mercato mondiale e, con questo, il carattere mondiale del regime capitalista.

Con la costante diminuzione del numero dei magnati del capitale che usurpano e monopolizzano tutti i vantaggi di questo processo di trasformazione, cresce anche il peso della miseria, dell’oppressione, dell’asservimento, dell’abbrutimento e dello sfruttamento. Ma cresce anche l’insofferenza di una classe operaia in costante aumento e che è formata, unita e organizzata dallo stesso meccanismo del processo di produzione capitalista. Il monopolio del capitale diventa un ostacolo e una costrizione per il processo produttivo che si è sviluppato assieme al monopolio stesso e subordinato ad esso. La centralizzazione dei mezzi di produzione e la socializzazione del lavoro raggiungono un punto in cui diventano incompatibili con il loro involucro capitalista. E questo viene spezzato. Suona l’ultima ora della proprietà privata capitalista. Gli espropriatori vengono espropriati.

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