L’idea di integrazione e’ un concetto fondamentale della teoria della societa’. L’analisi dei processi di integrazione rappresenta la prosecuzione, sul terreno sociologico, della discussione d’un problema classico per la filosofia politica: il problema dell’ordine sociale, inteso come stabilita’ di relazioni tra individui e gruppi, sociali, etnici o religiosi che siano; ragionevole armonia tra differenti settori e livelli della societa’; convivenza pacifica se pur in presenza di conflitti politici, economici e culturali.

Come ci ricorda con fin eccessiva solerzia la storia del XX secolo e dei primi anni del XXI, l’integrazione sociale e’ un bene comune primario, tanto arduo da conseguire quanto facile da perdere. In una forma attenuata, e in genere senza alcun riferimento alle grandi scuole sociologiche che lo hanno elaborato – penso alle opere di Emile Durkheim, Max Weber, Talcott Parsons -, il concetto di integrazione sociale e’ diventato da qualche anno un elemento spesso ricorrente del dibattito politico, specie nel mondo francofono, sotto l’etichetta di “coesione sociale”.

L. Gallino “vite rinviate. Lo scandalo del lavoro precario”

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