Notava in sede costituente Lelio Basso (compagno di partito e di Resistenza di Sandro Pertini), rivolgendosi a Piero Calamandrei nel marzo del 1947, diceva che occorre superare l’errata concezione secondo cui “la democrazia si difende, e si difende la liberta’, e si difendono i diritti del cittadino, limitando i diritti dello Stato, limitando l’attivita’ o le funzioni dello Stato. […] Noi pensiamo che la democrazia si difende, che la liberta’ si difende non diminuendo i poteri dello Stato, non cercando di impedire o di ostacolare l’attivita’ dei poteri dello Stato, ma al contrario, facendo partecipare tutti i cittadini alla vita dello Stato. […]

Solo se noi otterremo che tutti effettivamente siano messi in grado di partecipare alla gestione economica e politica della vita collettiva, noi realizzeremo veramente una democrazia. E questo e’ il senso profondo, onorevole Calamandrei, degli articoli sul lavoro […].

Certo, non e’ vero che oggi la democrazia italiana, che la Repubblica italiana sia in grado di garantire a tutti il lavoro, che sia in grado di garantire a tutti un salario adeguato alle proprie esigenze familiari; ma il senso profondo di questi articoli, nell’armonia complessa della Costituzione, dove tutto ha un suo significato, e dove ogni parte si integra con le altre parti, sta proprio in questo: che finche’ questi articoli non saranno veri, non sara’ vero il resto; finche’ non sara’ garantito a tutti il lavoro, non sara’ garantita a tutti la liberta’; finche’ non vi sara’ sicurezza sociale, non vi sara’ veramente democrazia politica; o noi realizzeremo interamente questa Costituzione, o noi non avremo realizzata la democrazia in Italia

(Luciano Barra Caracciolo “La Costituzione nella palude: indagine su trattati al di sotto di ogni sospetto”, 2013).

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