Nei primi anni ’30 il parere che il ruolo del governo fosse quello di fare da arbitro per impedire alle persone di scontrarsi l’un l’altro fu sostituito dal concetto che il ruolo del governo fosse quello di fungere da genitore con il compito di reprimere alcuni per aiutare altri.

L’esperienza degli ultimi anni – il rallentamento della crescita e il calo della produttività – solleva un dubbio: l’ ingegno privato può continuare a superare gli effetti assorbenti di controllo del governo, se continuiamo a concedere sempre più potere al governo, per autorizzare un “nuova classe” dei dipendenti pubblici a spendere ancora più grandi frazioni del nostro reddito presunto per nostro conto? Prima o poi – e forse prima di quanto molti di noi si aspettano – un governo ancora più grande distruggera’ sia la prosperità che dobbiamo al libero mercato che la libertà dell’uomo proclamata in modo così eloquente nella Dichiarazione di Indipendenza.

Fortunatamente, la marea si sta invertendo. Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, nei paesi dell’Europa occidentale e in molti altri paesi in tutto il mondo, vi è una crescente consapevolezza dei pericoli originati da un “grande governo”, una crescente insoddisfazione per le politiche che sono state perseguite.

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