Michel Agier – forse il più incisivo, coerente e, ormai, di gran lunga il ricercatore più esperto e competente nel destino di oltre 200 milioni di persone attualmente sfollate (a livello mondiale) – suggerisce che la ‘politica migratoria’ ha lo scopo di “consolidare una partizione tra due grandi categorie mondiali da sempre reificate: da un lato, un mondo pulito, sano e visibile; dall’altro, il mondo dei “reietti”, oscuri, malati e invisibili”. Si prevede che, se le cose andranno avanti in questo modo, tale obiettivo sarà sopraffare e minimizzare tutte le altre preoccupazioni e funzioni apparenti: i campi ‘non saranno più utilizzati per mantenere rifugiati vulnerabili in vita, ma piuttosto per parcheggiare e custodire tutti i tipi di popolazioni’. L’indesiderabile presenza dei ‘reietti’ è un fenomeno mondiale, non e’ relativo solo all’Europa. Questo termine si riferisce a persone rimaste fuori della nostra vista, preoccupazione e coscienza – nati e cresciuti come noi siamo in mezzo al comfort e le comodità del mondo: noi, che viviamo in case, non sotto tende e dentro le baracche dei rifugiati o nei campi dei richiedenti asilo. I reietti popolano innumerevoli campi, chilometri di corridoi di transito, isole e piattaforme marine, e recinzioni in mezzo ai deserti; ogni campo è circondato da mura, filo spinato e recinzioni elettriche, o isolato semplicemente dalla presenza dissuasiva del vuoto circostante ad esso. Se riescono a visitare il nostro mondo, entrano ed escono attraverso stretti corridoi, sotto il filtro di telecamere, lettori di impronte digitali, rivelatori di armi, virus e batteri, ladri di pensieri e ricordi “. Se abbiamo improvvisamente notato la loro presenza, è successo soprattutto perché abbiamo scoperto il condotto precedentemente ignorato che collega le ‘due grandi categorie mondiali’: un passaggio non collegato abbastanza saldamente dagli sforzi fatti in precedenza (e che ora e’ evidentemente insufficiente) per mantenere le due categorie separate e ad una distanza di sicurezza insormontabile l’una dall’altra. Non è che abbiamo improvvisamente deciso di toglierci i paraocchi perché spronati da rimorsi di coscienza – è, invece, che siamo stati costretti dai ‘Reietti’, che appaiono alle nostre porte in massa, ad affrontare faccia a faccia gli aspetti in precedenza consolatori ed invisibili della realta’ mondiale.
Quella massa ha intasato i “corridoi stretti e bloccato le loro ‘entrate e uscite’; i nostri raffinati filtri ad alta tecnologia, che rivelano e catturano, progettati e realizzati per controllare l’andare e venire di “visitatori occasionali ‘, sono stati screditati e prontamente proclamati obsoleti e inutili per essersi dimostrati incapaci di fare il loro lavoro di filtraggio, di rilevamento e di cattura di fronte a decine, centinaia di migliaia di ‘reietti’.

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