Guardando la trasformazione in atto in India e in tutto il mondo, non posso fare a meno di riflettere sull’ intuizione del Mahatma Gandhi esposta più di 70 anni fa. Quando gli si chiese quale fosse la sua visione economica, Gandhi rispose:
“La produzione di massa, certamente, ma non basata sulla forza… Si tratta di produzione di massa, ma produzione di massa nelle case della gente.” E. F. Schumacher ha riassunto il concetto di Gandhi come “produzione non di massa, ma produzione da parte delle masse”. Gandhi ha continuato a delineare un modello economico che ha ancora più rilevanza per l’India e il resto del mondo di oggi rispetto a quando lui l’ha concepito. La visione di Gandhi andava contro quella dell’epoca. In un mondo dove politici, imprenditori, economisti, accademici, e il pubblico in generale esaltavano le virtù della produzione industrializzata, Gandhi esitò, suggerendo che “c’è un enorme inganno dietro il ragionamento di Henry Ford.” Gandhi riteneva che la produzione di massa, con le sue imprese integrate verticalmente e le tendenze inerenti a centralizzare il potere economico e monopolizzare il mercato, avrebbe avuto conseguenze disastrose per l’umanità. Egli ha avvertito che una tale situazione si sarebbe trovata ad essere
disastrosa… Perché se è vero che si produrranno cose in innumerevoli settori, il potere arriverà da un centro selezionato.
… Si posizionerebbe un tale potere senza limiti in un unico punto di controllo umano che a pensarci bene mi spaventa.
La conseguenza, per esempio di un tale controllo di potere sarebbe che dipenderei da quel potere per la luce, l’acqua, anche l’aria, e così via. Questo, credo, sarebbe terribile. Gandhi aveva capito che la produzione di massa è stata progettata per utilizzare macchine più sofisticate per produrre più merci con meno lavoro e ad un costo più conveniente. Ha visto, tuttavia, una contraddizione insita nella logica organizzativa della produzione di massa che limitava la sua promessa. Gandhi ha argomentato che “se tutti i paesi adottassero il sistema di produzione di massa, non ci sarebbe un mercato abbastanza grande per i loro prodotti. La produzione di massa deve quindi fermarsi.” Come Karl Marx, John Maynard Keynes, Wassily Leontief, Robert Heilbroner e altri economisti illustri, ha sostenuto che il desiderio dei capitalisti di efficienza e produttività comporterebbe una tendenza inflessibile a sostituire il lavoro umano con l’automazione, lasciando sempre più persone disoccupate e senza potere di acquisto sufficiente ad acquistare i prodotti in produzione. La proposta alternativa di Gandhi era di spostare la produzione locale delle masse nelle loro proprie case e quartieri – quello che lui chiama Swadeshi. L’idea alla base di questo concetto è quella di “portare il lavoro alla gente e non la gente al lavoro.”
Ha osservato retoricamente: “Se si moltiplica la produzione individuale milioni
di volte, non si otterrebbe una produzione di massa su scala enorme? ”
Gandhi credeva fermamente che “la produzione e il consumo devono essere
riuniti” – cosa che oggi chiamiamo prosumer, e che si sarebbe potuta realizzare solamente se la maggior parte della produzione avesse avuto luogo a livello locale e gran parte di essa, ma non tutta, fosse stata consumata localmente.

[…]

Foxconn, il produttore cinese gigante che produce iPhone, prevede di installare un milione di robot nei prossimi anni, eliminando una grande parte della sua forza lavoro. Terry Gou, CEO di Foxconn, la cui forza lavoro globale ammonta a più di un milione di impiegati, ha detto scherzando che avrebbe preferito un milione di robot. “Poichè gli esseri umani sono anche animali, gestire un milione di animali mi dà il mal di testa”.

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