Alla maggior parte degli europei piace pensare che la bancarotta americana sia peggiore della sua cugina europea, grazie al potere di Wall Street e alla famigerata porta girevole tra le banche statunitensi e il governo degli Stati Uniti. Sono molto, molto in errore. Le banche europee sono state gestite in modo così atroce negli anni precedenti il 2008 che quelle insensate di Wall Street sembrano quasi in buone condizioni al confronto. Quando la crisi ha colpito, le banche di Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito hanno avuto un’esposizione superiore a 30 trilioni di dollari, più del doppio del reddito nazionale degli Stati Uniti, otto volte il reddito nazionale della Germania e quasi tre volte il reddito nazionale di Gran Bretagna, Germania, Francia e Olanda messi insieme. La bancarotta della Grecia nel 2010 avrebbe immediatamente reso necessario un salvataggio bancario da parte dei governi tedesco, francese, olandese e britannico pari a circa 10.000 dollari per ciascun bambino, donna e uomo che vivono in questi quattro paesi. In confronto, una simile svolta di mercato contro Wall Street avrebbe richiesto un salvataggio relativamente piccolo di non più di 258 dollari per cittadino americano. Se Wall Street meritava l’ira del pubblico americano, le banche europee se la meritavano 38,8 volte.
Ma non è tutto. Washington poteva parcheggiare i cattivi cespiti di Wall Street sui libri della Federal Reserve e lasciarli lì fino a quando non avessero ricominciato a fruttare o alla fine ad essere dimenticati, per essere scoperti dagli archeologi del futuro. In parole povere, gli americani non avevano bisogno di pagare nemmeno quei relativamente miseri 258 dollari pro capite dalle loro tasse. Ma in Europa, dove paesi come la Francia e la Grecia avevano rinunciato alle loro banche centrali nel 2000 e alla BCE era stato proibito di assorbire i crediti inesigibili, i soldi necessari per salvare le banche dovevano essere prelevati dalla cittadinanza. Se vi siete mai chiesti perché l’establishment europeo sia tanto più attento all’austerity rispetto a quello americano o giapponese, ecco perché. È perché alla BCE non è permesso seppellire i peccati della banca sui propri libri, il che significa che i governi europei non hanno altra scelta che finanziare i salvataggi bancari attraverso tagli di benefici e aumenti delle tasse.

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