Un futuro sostenibile deve per definizione essere un’alternativa al presente: è più che evidente che “i soliti affari” non solo non possono essere sostenuti, ma sono la fonte dei nostri problemi. La fonte del cambiamento deve essere la trasformazione culturale dei valori, la completa incorporazione nei modelli delle scienze sociali delle dimensioni esistenziali della vita, comprese quelle emotive e psicologiche, la promozione dell’immaginazione sociale e la cura degli spazi in cui tale creatività e l’esplorazione di alternative positive possono essere condotte. Queste cose sono alla base della ricerca di culture sostenibili – culture che migliorano il benessere umano, forniscono l’accesso democratico a risorse culturali, sociali, legali, politiche ed educative per la giustizia sociale, sono ecologicamente sane e, senza essere frivole, sono divertenti per vivere in modo pieno, gioioso, creativo, conviviale e corretto. Senza considerare la cultura non ci si può “sviluppare” in nessun senso serio od olistico della parola: una trasformazione verso un futuro più umano e vivibile per tutte le specie che abitano il nostro pianeta, ma anche Uno in cui prendiamo seriamente le sfide esistenziali che riguardano tutti, comprese le sofferenze, le nostre emozioni, la necessità di espressione e apprezzamento estetico e gli altri elementi inevitabili che rendono la vita umana ciò che è.