Michael Hardt, Antonio Negri: “Declaration”

Michael Hardt, Antonio Negri: “Declaration”

Il trionfo del neoliberismo e la sua crisi hanno spostato i termini della vita economica e politica, ma hanno anche gestito una trasformazione sociale e antropologica, fabbricando nuovi soggetti sociali.
L’egemonia della finanza e delle banche ha prodotto l’indebitato.
Il controllo sulle informazioni e sulle reti di comunicazione ha creato il mediatizzato.
Il regime di sicurezza e lo stato generalizzato d’eccezione hanno costruito una figura in preda alla paura e al desiderio di protezione – il securizzato. E la corruzione della democrazia ha forgiato una strana figura depoliticizzata, il rappresentato. queste figure costituiscono il terreno sociale sul quale e contro
il quale i movimenti di resistenza e ribellione devono agire.

I leader neoliberisti di oggi, dai loro uffici governativi e sale riunioni aziendali, con i loro mezzi di comunicazione dalla borsa valori,  ci ripetono costantemente che la crisi è terribile e la nostra situazione è disperata. Siamo sul Titanic, ci dicono, e se ci vogliamo salvare dalla catastrofe definitiva, dobbiamo accettare di peggiorare ulteriormente la situazione del debito, la mediatizzazione, la securizzazione, e la rappresentazione. Ci promettono che peggiorare le cose è la nostra unica salvezza! Non è possibile sollevarsi e dare voce all’ indignazione che ribolle in tutti noi di fronte a questo ricatto?
Tutte e quattro le figure dominate della società contemporanea (L’indebitato, il mediatizzato, il securizzato ed il rappresentato) hanno la capacità di ribellarsi e anche di capovolgere il proprio ruolo e diventare figure di potere. Questa inversione non è il risultato di un processo dialettico, ma di un evento, un kairos soggettivo che rompe i rapporti di dominio e rovescia i processi che riproducono le figure sottomesse. Questa non è solo una congettura teorica da parte nostra, ma piuttosto una realtà sostenuta e confermata dal ciclo di lotte che ha avuto inizio nel 2011, che costruisce una serie di istanze di ribellione e resistenza.
Le trasformazioni neoliberiste della vita sociale, economica e politica non hanno semplicemente indebolito e impoverito i soggetti che hanno prodotto. L’impoverimento che subisce il proletariato di oggi infatti non e’ solo, come Marx e Friedrich Engels avevano teorizzato, un abbassamento dei salari e un esaurimento delle risorse materiali della vita individuale e collettiva, ma anche (e sempre più) la privazione della nostra capacita’ umana, specialmente la nostra capacità di azione politica.

Quando ci si piega sotto il peso del debito, quando l’attenzione è incollata ipnoticamente allo schermo, quando la propria casa si e’ trasformata in una prigione, ci si rende conto di quanto la crisi capitalista individui e distorca le passioni umane.
Siete soli, privi di potenziale. Ma non appena ci si guarda intorno, si vede che la crisi ha anche portato a un’aggregazione. Nella crisi, nel debito, nella mediatizzazione, nella securizzazione e nella rappresentazione si configura una condizione collettiva. Non c’è alternativa, certamente; siamo sui ponti del Titanic, e questo impoverimento e riduzione della forza delle individualità
ci fanno vivere in una grigia indifferenza. Ma noi siamo qui insieme.
C’è un kairos di resistenza, nonché un kairos di comunità.

Dobbiamo scoprire una forza che ci consenta di agire uniti.
L’indignazione, per esempio, che esprime sofferenza individuale, anche nella sua resistenza solitaria allude allo stare insieme. Essa diventa singolare, perché diventare singolare, in contrasto con il divenire individuale, significa trovare ancora una volta la forza soggettiva di essere insieme. Una soggettività singolare scopre che non c’è evento senza una ricomposizione con altre singolarità, che non vi è nessun essere insieme di singolare soggettività senza ribellione. In questo modo si instaura un processo di singolarizzazione: un’ auto-affermazione, un’ auto-valorizzazione, e una decisione soggettiva che apre a tutti uno stato di collettivita’. Tutti i movimenti politici sono nati in questo modo: da una decisione di rottura ad una proposta di agire insieme.