David Harvey: “The Enigma of Capital”

David Harvey: “The Enigma of Capital”

È anche fondamentale ricordare che le crisi assumono un ruolo chiave nella geografia storica del capitalismo come “razionalizzatori irrazionali” di un sistema intrinsecamente contraddittorio. Le crisi, in breve, sono necessarie all’evoluzione del capitalismo come denaro, potere del lavoro e capitale.

Allora, da dove cominciamo il nostro movimento rivoluzionario anticapitalista? Le concezioni mentali? La relazione con la natura? La vita quotidiana e le pratiche riproduttive? Relazioni sociali? Tecnologie e forme organizzative? Processi del lavoro? La cattura delle istituzioni e la loro trasformazione rivoluzionaria? Un sondaggio del pensiero alternativo e dei movimenti sociali oppositivi mostrerebbe diverse correnti di pensiero (molto spesso purtroppo rappresentate come reciprocamente esclusive) dalle quali è più opportuno cominciare. Ma l’implicazione della teoria co-evoluzionista proposta qui è che possiamo iniziare ovunque finché non rimaniamo al punto di partenza! La rivoluzione deve essere un movimento in ogni senso di questa parola. Se non riesce a muoversi dentro e attraverso le diverse sfere, allora in definitiva non andrà da nessuna parte. Riconoscendo questo, diventa imperativo immaginare alleanze tra un’intera gamma di forze sociali configurate intorno alle diverse sfere. Coloro che hanno una conoscenza approfondita di come funziona la relazione con la natura, hanno bisogno di allearsi con chi ha profonda familiarità con le modalità di funzionamento istituzionale e amministrativo, come si può mobilitare la scienza e la tecnologia, come la vita quotidiana e le relazioni sociali possono essere facilmente riorganizzate, come Le concezioni mentali possono essere modificate e come la produzione e il processo del lavoro possono essere riconfigurati.

Il problema centrale da affrontare è abbastanza chiaro. La crescita combinata non è attuabile indefinitamente e le difficoltà che hanno colpito il mondo negli ultimi trent’anni segnalano che stiamo raggiungendo il limite di un’accumulazione continua del capitale che non può essere trascesa se non creando rimedi fittizi che non possono durare. Aggiungete a questo che tante persone nel mondo vivono in condizioni di povertà assoluta, che i degradi ambientali sono ormai fuori controllo, che le dignità umane sono offese ovunque, anche se i ricchi stanno accumulando sempre più ricchezza sotto il proprio comando, e che le leve del potere politico, istituzionale, giudiziario, militare e mediatico sono sotto un controllo politico così stretto ma dogmatico che non è in grado di fare molto di più che perpetuare lo status quo.

L’obiettivo fondamentale di questo movimento deve essere quello di assumere un comando sociale sia sulla produzione che sulla distribuzione delle eccedenze.