Sembra che stiamo conducendo un duello distruttivo tra pubblico e privato, lottando per metterci alle spalle l’uno dell’altro e allo stesso tempo sprofondiamo insieme nel fango. Siamo incappati in una sorta di capitalismo di stato accidentale, che combina, da un lato, una versione mostruosa dello stato interventista di John Maynard Keynes, interferendo goffamente per un periodo più lungo e in misura maggiore di quanto avrebbe mai immaginato, e, dall’altro, una patetica mutazione della mano invisibile di Friedrich Hayek, che, nonostante la sua diffusione pervasiva nel pubblico e nelle sfere sociali, ora non riesce a consegnare i beni. A questo ritmo, la battuta di Keynes che “a lungo termine saremo tutti morti” sembra ottimistica.

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